Javier Milei, el nuevo candidato de Trump a primer ministro de Argentina

«Nemico del Washington Post e probabilmente il prossimo presidente dell’Argentina»: Tucker Carlson, el neo battitore libero della galassia mediatica dell’ultradestra, ha dedicado un tweet – comprensivo di foto di Gruppo Sorridente – a un incontro avuto a Buenos Aires con Javier Milei, 52enne político y economista, candidato alla presidencia del Paese sudamericano con la sua coalizione La Libertad Avanza. Milei, che il prossimo 22 ottobre si giocherà le sue chances per succedere al presidente Alberto Fernández, non ha il physique du rôle tradizionale di un politico navigato: il sito di Voz de Americail network del gobernador estatunitense, lo scorso maggio – mentre Milei scalava i sondaggi delle primarie e diventava il frontman del populismo reazionario argentino vincendole col 30% delle preferenze – l’ha definito «una estrella de rock en giacca e cravatta».

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Tomás Cuesta//imágenes falsas

También hay fotos con Carlson, en efecto, il. profesor ultralibertario en Buenos Aires sembra essere una comparsa di Localización de trenes: sguardo inutilmente indurito ma inspiegabilmente assente, pollici in alto verso la telecamera, ma soprattutto una capigliatura giàicónica, spettinata e più vicina al Britpop che ai convegni academici. Quale si il rapporto fra reazionari contemporanei e creatività tricologica rimane un argomento a cui dedicare ad hoc Study, ma di certo Javier Milei non ricorda ben più noti e biondi ejemplos di populismo di destra solo in testa: la sua retórica “ancasta” urlata, il suo passato Recente da Masaniello televo, il suo disprezzo per le buone maniere e la sua carriera politica breve e decollata all’improvviso lo rendono un otro capopopolo modellato nello stampino di Donald Trump (in cui, non a caso, si dichiara un fan accanito).

Tra le altre cose, Milei si es definitivamente antiabortista (promuovendo addirittura polemicamente la proposta di legalizzare la vendita degli organi: «Se le donne possono avere il controllo dei loro corpi, perché tutti gli altri no?»), ha dichiarato che Illinois calentamiento global è «una bugia socialista», promesso che se verrà eletto abolirà l’insegnamento dell’educazione sessuale, la scuola dell’obbligo e anche ministeri «non necessari» come quelli della Cultura, dell’Ambiente, delle Donne e della diversità di genere; di lui Jair Bolsonaro, otro fulgido ejemplo de trumpismo de importación, ha dicho, felicitandosi per la vittoria alle primarie, «abbiamo molte cose in comune».

Fino a poco tempo fa, Javier Milei era un personaje televisivo de tercera ordeninvitato regolarmente nei talk show della pittoresca tv argentina per le sue escandescenze e le sue battute rozze: la figura dell’economista che si dilettava come entrenador en sesso tantrico e parlava con naturalezza della sua predilezione per le cose a tre ha conquistato gli ascolti e il publico; Milei, como Trump, ha costruito il suo capitale politico su un ruolo da buffone di corte.

Tucker Carlson, che l’ha incontrato per entrevistarlo per il suo show su del direttore del quotidiano Clarín Ricardo Roa: «Nessuno ha capito cosa stava succedendo nella società argentina, un elefante ci è passato davanti e non ce ne siamo accorti». Nel Paese che ha inventado el populismo moderno, la combinación de disposto de inflación, corrupción endémica y continuo empobrecimiento de los ciudadanos han sido portatos y peronisti moderados, como candidato a la presidencia Sergio Massa, a venire visti come un inno allo status quo.

E così ecco arrivare il candidato sfrontato, incline allo strillare insulti e all’additare complotti e nemici della patria da combattere, i cui supporter indossano cappellini con la scritta «Hacer que Argentina vuelva a ser grande». Una película già visto e dal finale sempre amaro: difficile che renderlo una telenovela lo migliori.

Foto de cabeza de Davide Piacenza

Scrive di attualità e cultura sui giornali italiani da un decennio. Ha trabajado en las ediciones de Rivista Studio, Forbes y Wired. newsletter la sua Guerras culturales racconta ogni settimana i casi in cui i nuovi codici ei discorsi intorno al “politicamente corretto” riplasmano il mondo in cui viviamo.

León Enrique

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